Il sonno è una condizione naturale e reversibile caratterizzato dalla perdita di coscienza, ridotta risposta agli stimoli esterni e relativa inattività.
Esistono due tipologie principali di sonno che si alternano ciclicamente durante il nostro riposo:
- sonno REM (Rapid Eye Movement), così chiamata per la presenza di movimenti oculari rapidi che effettuiamo senza rendercene conto durante questa fase. La fase REM comprende il 20-25% del sonno totale ed è quella in cui avvengono l’80% dei sogni. Il sonno REM è considerato dai ricercatori di particolare importanza per le funzioni cognitive, come la memoria e la capacità di concentrazione, poiché attiverebbe le stesse aeree cerebrali coinvolte nelle attività intellettive durante la veglia;
- sonno non-REM in cui sono assenti i movimenti oculari rapidi. Questa tipologia di sonno costituisce il 75-80% del sonno ed è suddiviso in 4 fasi aventi durata variabile e progressiva. La prima fase può durare anche solo 1 minuto mentre le successive arrivano anche a 30 minuti consecutivi. Il sonno NREM è considerato “meno profondo” di quello REM poiché caratterizza le fasi iniziali di rilassamento muscolare e addormentamento.
La fase NREM occupa in genere circa il 75% del sonno totale ogni notte e si divide a sua volta in 3 stadi:
– Stadio 1, addormentamento: è lo stato crepuscolare di transizione fra la veglia e il sonno leggero, normalmente molto breve, rappresenta il 5% del sonno totale. E’ caratterizzata da un lieve rallentamento dell’attività EEG e da lenti movimenti degli occhi, che si possono notare sotto le palpebre chiuse.
– Stadio 2, sonno leggero: copre circa il 45% del sonno totale. La frequenza cardiaca rallenta, i muscoli si rilassano, sull’EEG compaiono elementi particolare come i “fusi del sonno” e i “complessi K”.
– Stadio 3 e 4 sono gli stadi del sonno profondo; la fase 4 è più intensa della fase 3. Sono caratterizzate da onde lente, o delta. In particolare durante la fase 4, l’EEG registra onde lente di ampiezza elevata caratterizzate da continuità ritmica, che indicano un modello di sonno profondo. Se la persona viene svegliata in questo stadio può avvertire, per qualche minuto, un senso di disorientamento.
“Il sonno NREM ha una funzione di recupero e di ristoro sull’organismo: durante questa fase il sistema vegetativo è in una condizione di quiete, viene prodotto l’ormone della crescita GH, viene attivata la sintesi proteica e la funzione immunitaria, vengono “archiviati” i ricordi a lungo termine”.
La fase REM occupa invece il restante 25% del sonno totale ed è caratterizzata da un’intensa attività cerebrale, gli occhi si muovono rapidamente in diverse direzioni, e il soggetto sogna; simultaneamente compare però la paralisi della maggior parte dei muscoli volontari. Il sonno REM è così un mix di un intenso stato di eccitazione cerebrale e di immobilità muscolare: per questa ragione è talvolta chiamato sonno paradosso. Il rilasciamento muscolare la funzione di difendere l’individuo dai movimenti inconsulti provocati dal sogno. L’intensa attività cerebrale contribuisce al consolidamento della memoria con il passaggio delle informazioni dall’ippocampo alla corteccia cerebrale.
“Le fasi REM e non REM si alternano 4-5 volte nel corso della notte, i cosiddetti “cicli del sonno”. Perché il sonno sia riposante è necessario che oltre ad una adeguata durata siano rispettate le normali percentuali relative delle diverse fasi del sonno e la struttura ciclica”.
Normalmente passiamo attraverso diversi cicli di sonno REM e non-REM ogni notte. La durata della parte REM del ciclo tende ad aumentare durante la notte, da circa 5-10 minuti all’inizio della notte a 15-20 minuti poco prima del risveglio al mattino. Anche i sogni tendono a diventare più elaborati e vividi con il passare della notte. Alla fine, quando il ciclo del sonno finisce, il cervello riprende le sue onde alfa e beta più veloci e ci svegliamo, normalmente rinfrescati


Cos’è un ciclo del sonno?
Un ciclo del sonno è fondamentalmente un periodo in cui si attraversano tutte le fasi del sonno. Un ciclo dura circa 90 minuti e durante la notte si passa attraverso più cicli di sonno. Durante la seconda metà della notte, la fase 2 e il sonno REM si alternano e i periodi REM tendono a diventare più lunghi. Il sogno ha luogo durante il sonno REM. – Questo è accompagnato da rilassamento muscolare, erezione del pene e perdita dei riflessi tendinei. Il sonno REM è la parte più importante del ciclo del sonno per rinfrescare i processi cognitivi e la privazione causa stanchezza, irritabilità e riduzione del rendimento. Nel sonno REM è ormai certo che si consolida la memoria.
Durante il giorno infatti le informazioni che riceviamo dall’ambiente vengono temporaneamente depositate in una zona del cervello chiamato ippocampo, dove ha sede la memoria a breve termine (una sorta di memoria RAM del cervello).
SONNO E MEMORIA
Durante il sonno REM i contenuti della memoria a breve termine vengono trasferiti alla neocorteccia frontale sede della memoria a lungo termine (l’Hard Disk del nostro cervello, la ricca attività EEG in tale stadio del sonno è alla base dell’azione di consolidamento dei ricordi. Ecco perchè i pazienti affetti da OSAS presentano disturbi della memoria.
SONNO E RECUPERO FISICO
Nel sonno Non REM profondo si verifica la ripresa ed il ristoro della stanchezza fisica per cui ad esempio i maratoneti nei gg successivi la gara dormono più tempo nelle fasi 3-4 Non REM.

QUANTO DORMIAMO?
Avvertiamo l’esigenza di dormire fin dalla nascita anche il numero di ore di sonno varia a seconda delle età.

I neonati fino a 3 mesi possono dormire fino a 14-17 ore al giorno svegliandosi per brevi intervalli solo per alimentarsi. Il loro sonno può essere sia leggero che profondo ma non è ancora presente una regolazione del ciclo sonno-veglia; I piccoli dai 3 ai 12 mesi dormono fino a 14 ore al giorno. Il sonno è ancora distribuito durante tutto l’arco della giornata anche se iniziano a costituirsi delle fasi di sonno di 5-6 ore continue;
I bambini di età compresa tra 1-3 anni riposano fino a 13 ore al giorno. A partire dal 12 mese il sonno inizia a stabilizzarsi durante le ore notturne con qualche pisolino, solitamente 2, durante le ore diurne; Nei bambini dai 3 ai 5 anni il sonno può durare fino a 11 ore al giorno. Il ciclo sonno-veglia inizia ad avere un regolare ritmo notturno con la presenza di un solo pisolino diurno; I bambini in età scolare acquisiscono un ritmo-sonno veglia che verrà conservato durante tutta la crescita con la suddivisione netta del sonno fino a 9-10 ore notturne ed un’eventuale breve pausa pomeridiana; Durante l’adolescenza la necessità 8-9 ore di sonno permane e decresce solo dopo i 25 anni a 7-9 ore; Negli adulti fino ai 65 anni la quantità di sonno fisiologicamente richiesta dall’organismo è compresa tra le 8 e le 9 ore ma oltre i 65 anni la necessità di sonno cala fino a 7 ore;
Negli anziani il sonno diviene più breve (7-8 ore) e più frammentato con frequenti risvegli e difficoltà a raggiungere il sonno profondo. Queste difficoltà sembrano essere più frequenti nel sesso maschile mentre le donne riuscirebbero a mantenere una qualità del sonno più elevata.
COSA SUCCEDE AL NOSTRO CORPO MENTRE DORMIAMO
Il nostro organismo va incontro ad alcuni cambiamenti fisiologici durante il sonno che possono coinvolgere diversi organi e apparati:
-Abbassamento della temperatura corporea: durante il riposo la nostra temperatura, normalmente compresa tra i 36 ed i 36.8 gradi può scendere di 1-2 gradi. Questa diminuzione fisiologica è dovuta al rallentamento metabolico che avviene durante il sonno;
-Diminuzione del numero di battiti cardiaci e dei valori della pressione sanguigna: durante le fasi di sonno “più leggero” come quello NREM l’organismo deve defaticarsi per riprendere le energie disperse durante la veglia;
-Regolazione ormonale: la sintesi degli ormoni tiroidei, dell’ormone della crescita e della melatonina (ormone del sonno) avviene durante il nostro riposo. Nello specifico gli ormoni tiroidei vengono prodotti a tarda sera appena ci addormentiamo, l’ormone della crescita viene escreto durante le prime ore di sonno mentre la melatonina raggiunge il picco massimo di sintesi tra l’1 e le 3 del mattino;
-Adattamento della funzione renale: mentre riposiamo i nostri reni riducono il rilascio di sodio, potassio e calcio per diminuire la quantità di urina prodotta ed aumentare la sua concentrazione. Questo ci permette di dormire in modo continuativo senza alzarci continuamente per fare pipì;
-Respirazione più lenta: per favorire l’addormentamento l’organismo riduce la frequenza respiratoria che facilita il rilassamento anche dei tessuti interni;
-Variazione dell’attività cerebrale: la nostra attività cerebrale varia diverse volte durante il sonno. Nella fase NREM il nostro cervello è in pieno relax e le onde cerebrali registrate attraverso esami specifici come l’EEG (Elettroencefalogramma), sono di bassa intensità. Nel sonno REM, invece, si assiste ad un incremento di attività cerebrale simile a quella registrata durante le ore di veglia, merito dei sogni che avvengono in questa fase.